L'ultima fiera di rilevanza per lo meno nazionale a cui la maggior parte di noi operatori del comparto vitivinicolo ha presenziato come visitatore o espositore, a memoria d'uomo, è stata Fieragricola a fine gennaio 2020. Qualche settimana dopo è iniziato il patatrac: chiusura generalizzata di tutte le attività in grado di creare assembramenti, fiere e congressi compresi. Sono quindi "saltate" tra le altre, in ordine più o meno cronologico e non per importanza, la fiera di Savigliano, Vinitaly ed Enolitech, Agriumbria, Enovitis in campo, Macfrut, Enoliexpo, Interpoma, per finire con Eima, che avrebbe dovuto svolgersi in questo periodo e che viene sostituita da un'edizione "digital", in attesa dell'edizione indoor che si svolgerà a Bologna nel febbraio 2021. All'Estero è successa ovviamente la stessa cosa, con l'annullamento o la trasformazione in evento "digital" delle fiere, per esempio Vinitech-Sifel a Bordeaux.
Non è questa l'occasione per ragionare sull'efficacia sostitutiva di una fiera digital/virtuale rispetto a un evento in presenza, argomento questo piuttosto complesso; certo, di necessità si fa virtù e tant'è, ma una fiera quale che essa sia, nata, cresciuta ed evoluta per essere luogo d'incontro e di scambio non potrà mai essere sostituita da un evento che per tipologia ne costituisce un lontano surrogato.
Cosa succederà quindi nel 2021, anno in cui tutti noi speriamo di poter tornare a salutarci e incontrarci nei padiglioni e tra gli stand di una qualsiasi fiera?
Eccezion fatta per quelle fiere biennali che hanno deciso di saltare completamente l'anno e ripresentarsi nel 2022 (vedi il caso di Sima e di Interpoma giusto per fare due esempi di fiere diverse), il calendario che ci si prospetta potrebbe essere il seguente, almeno per le fiere principali:
febbraio Eima
marzo Agriumbria
marzo Enoliexpo
aprile Enolitech
maggio Enoforum
maggio Macfrut
giugno Enomaq
giugno Enovitis in campo
ottobre Agrilevante
novembre Rive
novembre Simei
novembre Sitevi
dicembre Futurpera
Sarà davvero così? Lo speriamo tutti perchè, a dispetto di quello che in certi periodi sembrerebbe essere un sovraffollamento, riuscire a rispettare un calendario del genere significherebbe essere usciti per lo meno dalla fase critica. Avremo modo di seguire l'evolversi della situazione; a oggi va precisato che molti grandi gruppi multinazionali (ma non solo quelli) stanno declinando la partecipazione alle fiere più importanti. E non è un bel segnale
Scrivi commento